domenica 22 dicembre 2013

All'inferno


Tu non hai perso la testa
la tua testa è semplicemente 
andata a farsi fottere.
Perché non ci vai pure tu?

Camminare con te,
come camminare con in mano 
una tanica di benzina bucata, 
che perde e traccia la linea dei percorsi.
La tua testa è stata la scintilla, 
e ha preso fuoco tutto,
dal punto di partenza fino alla fine.
Le fiamme ci hanno raggiunto in fretta
perché sapevano dove trovarci.

...all'inferno.

sabato 21 dicembre 2013

Indifferente


Quando mi trovo davanti un persona
cerco un confronto per cercare di conoscerla.
Non sono propensa a frettolosi giudizi,
e credo che chi giudica in 5 minuti
o è sciocco lui o lo è il suo giudizio.

Poi ci sono le sensazioni,
quelle cosiddette "a pelle",
che poche volte mi hanno tradito
ma è anche vero che altre 
mi sono dovuta ricredere.

Ho incontrato molte persone 
con le quali ho dovuto passarci del tempo
solo per circostanze.
Amica di un amico, cugini di un'amica,
amici del partner ecc ecc...
Alcune mi sono state del tutto indifferenti.
Altre le ho trovate noiose.
Con altre mi sono divertita.

Essendo una persona curiosa
è brutto segno quando 
con una persona parlo poco.
Vuol dire o che mi annoia a morte, 
o che i suoi discorsi non mi interessano
o che mi sa indifferente.

Odio chi ripete sempre le stesse cose
chi mi interrompe mentre parlo.
non mi piace chi non scherza, i musoni,
i nevrotici, i lunatici.
Le persone che si vede che fanno del tutto
per stare al centro dell'attenzione.
Che non sono magnetiche,
quindi non gli viene naturale intrattenere.
Cosa che invece spesso viene bene a me.
Intrattenere i miei amici intendo,
e lo faccio involontariamente.

Ma non giudico.
Mi limito a sbuffare qualora dovessi riuscirci.
Punto i piedi a volte,
per non vedere determinate persone
ma solo se la cosa non la tollero proprio.

E a dire la verità.....
non sono molte le persone che reputo interessanti.
I miei amici lo sono tutti interessanti. 
Ognuno a modo suo.
Apparirò boriosa ma poche persone
sono state capaci di catturare la mia attenzione.

Quindi, 
non te la prendere 
se non ti riporto i miei saluti,
se non sprizzo allegria da tutti i pori
se ti incontro.

Significa solo che mi sei 
indifferente o noiosa.
Quindi non sforzatevi.

mercoledì 4 dicembre 2013

La pioggia che non bagna



Sono così stanca di stare male, di essere soffocata,
dilaniata dal dolore, qualsiasi cosa tenti di fare
sembra sempre essere la cosa sbagliata
vorrei solo dormire, scomparire.
Farti del male?
Sembra così irreale non averti più accanto,
ma la sento così tangibile la mancanza di noi,
che sembro stringerlo coi pugni il vuoto che mi hai lasciato dentro
vorrei strapparmi il cuore, strapparmi la pelle.
Ma poi?

è così reale questo tormento che quasi sembra parlarmi
così tangibile l’angoscia che quasi sembra annebbiarmi
così percettibile la consapevolezza che sembra toccarmi

Sono così stanca di vivere un incubo brutalmente reale,
tu presente come un fantasma intorno a me giorno e notte,
come vento di tempesta che ti sbatte in faccia e non ti fa parlare,
ti soffoca, ti fa riprendere fiato poi te lo ritoglie.
La peggior morte?
Non c’è nulla che mi può far stare meglio,
se ricordo i bei momenti insieme mi sento morire,
se tento di dimenticarti mi sento ancora peggio.
sarebbe un pò come tentare di cancellarti.
O non voler guarire?

La pioggia cade sul mio viso ma non mi bagna
Il sole esce timido dal colle ma non mi scalda
Nessun elemento al mondo farà mai abbastanza.

Sono così lacerata quando penso ai tuoi occhi
al tuo sguardo, al tuo corpo e il suo calore, a quella che era la nostra realtà,
alla tua voce, al tuo profumo, al tuo sguardo, ai nostri sogni,
e quando ci penso ogni volta una domanda mi tormenta il cuore:
Ritornerà?
Non c’è niente di peggio di voler odiare chi si ama ancora
io ci provo per aiutarmi in qualche modo, per trasformare il sentimento
ma mi arriva addosso una sensazione di pietà e di bene profondo, anche ora
malgrado quello che hai fatto e in quale modo, mi strazio tra dolore e risentimento.
Odio, amore, e tormento.

è così reale il mio amore che sembra ammazzarmi
è così tangibile la ferita che sembra lacerarmi
è così percettibile il mio odio che sembra soffocarmi.

mercoledì 27 novembre 2013

La stella vista da Capo Nord



E quindi non si sente più nulla?
La tragedia non ha più effetto su noi umani?
Quando le cose che ascoltiamo oggi
sono le stesse di ieri e quelle che ascolteremo domani.
Quando occhi e orecchie si abituano a fosse e bimbi affamati
il cuore non lacrima perché ci siamo abituati.

Ho smesso di commuovermi da così tanto tempo
alla vista delle fosse comuni e della ferocia 
o alla foto di un uomo morto ammazzato
quasi come fosse passato sopra il mio cuore quel carroarmato.

E succede sempre così
se ci raccontassero la stessa storia con tono diverso
tornerebbe fulmineo in noi il senso di commozione
che con l'abitudine è andato perso.
E' come guardare nel cielo ogni volta la stessa stella
ma se la guardi da Capo Nord sembra cambiare l'universo.

La mente esige la sua sopravvivenza
se non lo farai tu, sarà lei a staccare la spina
Ecco perché per quanto brutta è la cosa che vedi 
non sarà toccante come la volta che l'hai vista per prima.
Non piangeremo con la stessa intensità per la stessa morale.
Quando rivedi un film lo rivedi avendo assimilato quel finale.

Ho smesso di sentire quel groppo in gola da tempo
alla vista di un bimbo con le mosche negli occhi
si crea uno scudo la mente fa le sue ritorsioni
la testa non regge troppe e ripetute informazioni

E sarà sempre così
se ci raccontassero la stessa storia con tono diverso
tornerebbe fulmineo in noi il senso di commozione
che con l'abitudine è andato perso.
E' come fare foto sempre allo stesso monumento
ma se cambi angolo sembra essere un monumento diverso.

Qualcuno ha detto
che si fa l'abitudine a tutto oramai,
ma io credo che come la pioggia è sempre acqua
allora ogni volta che pioverà ti bagnerai.
Oh si che lo farai.





lunedì 25 novembre 2013

Da te a me


Libere e sciolte
Parole vaganti
Riempiono corpi in aria danzanti
Leggeri soffi 
Di sospiri ansanti
Lasciano tracce in terra striscianti

Gemono corpi 
Gemono spiriti 
Grondano lacrime
Intorno agli stipiti

Cigolano porte 
socchiuse e pesanti
spifferi di brividi
In pance pulsanti
Anime anelano a giochi risananti
Riempiono corpi in aria danzanti.

giovedì 21 novembre 2013

La barca e il capitano che non sapeva dove andare



Persa la rotta, persa la barca
che si è andata ad incagliare
nelle cose che non hai detto
o in ciò che in fondo non hai saputo imparare.
L'errore nelle mani del capitano
e ti senti ancora più intrappolato 
giorno dopo giorno
nelle scelte sbagliate e ti senti incazzato.

Succede a chi non vuole parlare,
capita a chi non sa ascoltare,
affonda chi non sa navigare.

Perso il timone persa la testa
nessuna cartina nautica ti sarà mai d'aiuto
se non sei in grado di governare
le tue urla in una tempesta saranno solo un grido muto.
L'amarezza nel cuore del capitano
e ti ricordi fatalmente mentre affondi
ciò che di bello ti ha anche regalato il mare
e dei suoi meravigliosi passati tramonti.

Succede a chi non sa mantenere
capita a chi non sa reagire
affonda chi si lascia andare.
 

mercoledì 13 novembre 2013

Hai mai visto un'alba?


Hai mai visto un'alba
dopo un lungo periodo di torpore,
dopo tanto tempo passato a dormire, 
o passato tra mille tramonti e tormenti?
È bellissima,
se solo ti fermassi un attimo a osservarla
lasciando indietro solo per un minuto
le cose che reputi prioritarie nella vita di tutti i giorni.

Hai mai visto un tramonto,
da solo dalla cima di un colle,
mentre il cielo piano piano si fa scuro?
Ma quante stelle ci regala il cielo?
È bellissimo,
ma non potresti dirlo con certezza
perché la giornata è stata una corsa
e devi ancora correre per l'aperitivo prima della palestra.

Hai mai visto un arcobaleno,
dopo cento giorni passati ripiegato su te stesso
tra pioggia, lacrime e stress?
Di quanti colori è?
È meraviglioso,
ma non hai mai contato veramente i colori
perché mentre lui spuntava tu stavi in macchina
e non avevi tempo di fermarti.

Dimmi, hai mai visto un'alba?

Brutto sogno


Ho la testa pesante,
leggere non mi sta aiutando.
Dovrei andare a correre domattina
per scaricare lo stress e te con lui.

Quando nulla è chiaro
succedono cose brutte,
tutto è incomprensibile
infatti sto parlando con un muro
che mi suggerisce
di lasciare e chiudere la porta.

Ma quale porta?
dentro questa stanza c'è n'è una per parete
e io non so quale prendere,
forse perché non sono pronta
per scoprire altri posti fuori di qui.

Le mattonelle a scacchi bianche e nere
stanno perdendo la loro logica geometrica
come te in fondo, distorte ai miei occhi ora
ed una ad una si frantumano sotto i miei piedi.

Quando si rompe il cuore
non c'è più altro da rompere.
Uscirò, dalla stanza angosciante, angosciata
perché tutte queste follie mi fanno paura.

Esco dalla prima porta e corro
cercando di trovare una via velocemente
perché qui io non voglio più rimanere.
Ma è come stare su un tapis roulant,
sto correndo ma ferma sempre nello stesso punto.
È un po come cercare di raggiungerti.
È un po come cercare di capirti.

Poi mi sveglio. Sudata.
Tutto è immobile nella mia camera
ma non posso avere il classico sollievo
di chi si accorge che è stato solo un brutto sogno.
Io mi giro nel letto, volto la testa.
E tu non ci sei più.

Echi


Stando in cima alla grande montagna
parlando di amore, odio, gioia e rabbia
dall'inizio fino alla fine dei tempi
urlando parole al mondo.

Echi, sulla strada del per sempre
pensieri come parole ci riflettono contro
per tornare ad essere uditi da noi
nello stesso punto in cui li abbiamo emessi..

A volte tornano così forti e brutali come tuoni
che ti strapperesti le orecchie
pur di non ascoltare il crudele rimando.

Sanguini, ora che hai ascoltato
l'eco che non ti è piaciuto.
Cosa hai detto per rendere il ritorno così tremendo?

Echi, tornano ogni volta
tornano come ricevute di ritorno
di ciò che hai voluto divulgare di te
e renderti ciò che hai seminato.

Echi, inevitabili come noi stessi
più l'ostacolo è lontano più sono deboli
ora cosa c'è ragazzo?
non spaventarti, affronta te stesso.

A volte tornano così dolci come un ti amo bisbigliato
come una lettera d'amore a te stesso
e il rimando ti sembrerà un suono gradevole.

Gioiscine, ora che hai ascoltato
l'eco che ti sei meritato.
Cosa hai detto per rendere il ritorno così dolce.

Sempre in cima alla grande montagna
parlando di amore, odio, gioia e rabbia
dall'inizio fino alla fine dei tempi
urlando parole al mondo.

lunedì 11 novembre 2013

La tana del Bianconiglio


Mi stavo pettinando per uscire
quando dallo specchio ho visto
che al posto delle mie
avevo orecchie bianche da coniglio.
Mi sono avvicinata per vedere dentro
e ho intravisto meravigliose cose,
decisi di entrare nello specchio.

Come per magia mi sono trovata
in una tana alquanto familiare.
Appese alle pareti c'erano post it,
mie foto vecchie e lettere
e ho cominciato a curiosare.

In un post it c'era scritto:
"Sorridi quando mi pensi"
Era una frase detta ad un caro amico
la cui amicizia si è rotta in seguito
per motivi che neanche ricordo più.
Mi era rimasta solo indifferenza
e leggendo quella frase col senno di poi
mi sono resa conto che ero stata io
a spezzare il legame che ci univa. 
Non avevo più voluto rivederlo.

Poi mi sono voltata
c'era una foto con mia nonna,
non ricordavo qaundo era stata scattata
ma in quell'istante mi tornò in mente
che un attimo prima lo scatto
le avevo risposto male
convinta di aver ragione
Ripensandoci ora
ero stato solo un mio capriccio.
Non avevo mai chiesto scusa.

Ero entrata nella tana
con la leggerezza d'animo
di chi crede di essere 
a posto con la coscienza.
Invece quel posto, 
nascosto dietro lo specchio,
mi stava mettendo di fronte alle mie colpe.

Gironzolando notai una scrivania,
sopra, aperta, una lettera d'amore 
scritta da me: "sarò sempre la tua stella".
All'istante realizzai
che fino ad un secondo prima
io stavo odiando il destinatario.
Non avevo più voluto amare.

Ero entrata
con la presunzione di aver fatto
e detto molte cose giuste
invece frugando nella tana
il mio cuore si stava stringendo.

Più guardavo 
più ricordavo cose di cui ero convinta
aver chiuso per sempre.
Osservavo situazioni
che non avrei voluto più vedere.

E una domanda mi risuona nella testa:
"Ora che sono entrata nella tana,
potrò mai far finta di non averla mai visitata?"

Non sarei mai dovuta entrare.
O forse si.

domenica 10 novembre 2013

Io e me


C'ero una volta io,
la bambina dai mille pensieri felici,
fantasie di castelli volanti e unicorni.
Storie che mi assomigliavano molto.
Uno dei miei pensieri felici
se ne è andato via
quando ho cominciato a capire
che i miei genitori non erano così perfetti
come avevo sempre creduto.

C'ero una volta io,
da adolescente e dai mille desideri,
mondo da scoprire e voglia di fuga
mi sentivo grande ma ero solo una ragazzina.
Un altro dei miei pensieri felici
se ne è andato via
quando ho cominciato a capire
che ero troppo grande per credere agli unicorni
ma troppo piccola per scegliere di volare via.

C'ero una volta io,
la ragazza dalle tendenze strane
che non pensava ad altro 
che andare alla disco e fare tardi.
Le discoteche mi somigliavano molto
piene di divertimento, vuote di contenuti.
Perfette per una persona
che si vuole solo divertire.

C'era una volta io,
un po più cresciuta
Le mie migliori intenzioni
se ne sono andate via
quando le mie aspettative sulle persone 
sono state disilluse
Allora ho cominciato a capire
che la gente ha i suoi momenti
ogni cosa ha il suo momento
e la conferma l'ho avuta quando
alla radio non davano più
la mia canzone preferita
perché era passata di moda.

Ma la stranezza è che
nonostante io sia disillusa
su molte cose,
provando dolori e realtà indesiderate,
mi sento più bambina ora
di quando ero adolescente.
Con quella leggerezza di cuore
che hai o quando sei bambina
o quando accetti che tutto cambia
e nonostante tutto rimani serena.

E si può, perché Io sono cresciuta
ma dentro sono rimasta me.
Quindi andiamo a fare due salti
in discoteca o a cavallo di un unicorno,
per me è uguale.
Basta che ci sono, io e me.

sabato 9 novembre 2013

I cacciatori di speranza


Suona l'allarme.
Oh,
sono tornati ancora.
Loro non dormono mai,
fino a quando non sono sicuri
di averti fatto perdere il sonno.
Loro cercano sempre
di non farti trovare alcuna risposta
per questa situazione.

C'è chi li chiama demoni,
chi fissazioni
Io li chiamo i cacciatori di speranza.

Loro fanno le crociate nella tua testa
e risiedono nel tuo cuore.
Loro arrivano quando ti ostini a sperare.
Quando non vuoi consegnarti 
alla rassegnazione.
Sarebbe come accettarlo,
e a volte non si è pronti.

Loro ti perseguiteranno
fino a quando la tua mente
non sarà abbastanza lucida.
Loro riescono sempre a trovare il modo
di farti sentire anche un po' in colpa.

C'è chi finisce per soccombergli,
chi li combatte per una vita.
Io provo a renderli umani.

Se riuscissi a dare loro un volto
li renderesti mortali.
Li prenderesti per quello che sono:
riflessi di cuori spezzati
e corrotti da false speranze.
La tua realtà indesiderata.

Non combatterli.
Loro non ti lasceranno andare
fino a quando non li avrai compresi,
fino a quando non sarai pronto
a chiamarli con il loro vero nome.
Il tuo.

martedì 5 novembre 2013

Posto 1A


Benvenuti a bordo del treno 9647 di Trenitalia.
Sì, benvenuti.
Il treno corre verso Roma.
I passeggeri al loro posto
Qualcuno chatta al computer 
Qualcuno gioca con il tablet
Altri dormono.
Io vorrei dare una testata invece.
C'è una donna al posto 1A
che non dorme, non scrive, non legge.
parla al telefono da due ore.
Parla con la figlia Sara, e la rimprovera 
di non essere come vorrebbe sia.
Ripete sempre le stesse cose,
come un pappagallo.
È come ascoltare una canzone
e ad ogni fine strofa premere il rewind.
Mi snerva, mi irrita, mi incattivisce.
Mi stimola rabbia.
Benvenuta a bordo del treno dell'odio, Robi.
Lei parla alla figlia 
di come bisogna comportarsi
di come bisogna essere educati
le insegna la vita, al cellulare
sulla tratta Torino - Roma.
Spero almeno che una volta arrivati
a Termini, la figlia Sara abbia imparato
tutto quanto detto.
In quattro ore in fondo si possono imparare
un sacco di cose.
e io continuo ad odiare la madre 
che chiacchiera. Disturba.
Brutta scrofa delle buone maniere.
Lei che parla ad alta voce in carrozza
e disturba la quiete
farnetica buon senso a quella stronza di figlia
che ancora non le ha messo giù
il cellulare e mandata a quel paese.
E io non riesco a sentire nemmeno
ciò che penso.
Non riesco a concentrarmi
nemmeno su ciò che voglio fare.
Quella voce che mi entra in testa
e me la stupra.
Ci ho messo quaranta minuti a capire 
che avevo bisogno di bere.
Evidentemente il mio cervello era così
intriso e unto della sua voce odiosa
che non riusciva a mandarmi segnali.
Sono quasi a Firenze e ancora parla.
Delle stesse cose.
Con la stessa figlia.
Lurida.
Maledetta.
Mi sorprendo perché mi accorgo
che, contrariamente a quello
che ho sempre pensato di me,
anche io posso diventare violenza.
Ho voglia di alzarmi,
mettermi a sedere accanto a lei
tapparle il naso e infilarle in gola
quel succo di arancio che ha ordinato
2 ore fa e che non ha nemmeno bevuto.
Farglielo deglutire tutto di un fiato
e sentirla tossire delle sue stronzate
fino alla Capitale.
La madre che non c'è mai ma che
con una telefonata ha la presunzione
di poter compensare dieci anni di assenza.
Sono due ore che ascolto non consenziente
quindi questo ho capito alla fine.
Patetica.
Vorrei alzarmi e dedicarle un applauso.
E sono sicura che tutta la gente intorno a lei
ha gli stessi desideri miei.
Solo che nessuno osa chiederle
di chiudere quel dannato becco
farneticante idiozie.
Eccola qua, ancora chiacchiera.
Perché certe persone sono così fastidiose?
Perchè mi costringi a essere ciò che non vorrei?
Perché certe persone sono capaci
di irritarci a tal punto
tanto da volerle fare del male fisico?
Desidero stamparle un ceffone
volante stile Matrix!
Non sopporto la sua voce, non sopporto il suo tono
la sua presenza è irritante 
come una discarica sotto casa.
Per non parlare delle cose che dice.
Per come le dice.
Per quante volte le ripete.
Per quanto tempo ancora le ripeterà?
Nemmeno in galleria le cade la linea
sicuramente è connessa alla wi-fi del treno.
Maledetta teppista.
La prenderei per la camicia
alzandola da terra.
L'appenderei sull'appendiabiti
e le chiederei come si fa ad esser così schifosi.
Lurida topa di fogna
apri la bocca, fammi vedere la lingua.
fammi vedere quante cazzate hai da dire
ancora che te la taglio.
Ti fa male la schiena?
Si lamentava di questo con la figlia
e le rimproverava pure di non averla
aiutata a salire su questo treno.
Brava Sara.

Ora cambio carrozza e continuerò
ad odiarla ancora di più
perché avrebbe lei dovuto cambiare carrozza
dopo esser stata lapidata con lanci
di merendine e giornali freccia rossa.
Bottiglie d'acqua. Pezzi di sedili. Cose così.
Simpaticissima questa pesseggera.
Che culo che ho avuto.

lunedì 4 novembre 2013

La zattera di legno e foglie


Mi piace come vivi.
Mi piaci come scuoti te stessa e tutto intorno.
Mi piaci come riesci ad essere dolce e forte.
E mi piace quando non riesco a trovare parole
adatte abbastanza per descrivere cosa sei per me,
se non quelle per dirti:
Ti sento cosi forte che se mi pensi mi nasce un sorriso.

Nel silenzio della notte e la luce del giorno
non sarò mai così lontana
Sarò lì ogni volta che mi penserai
e che ti penserò.
A respirare le nostre parole, il nostro essere
camminando nella stessa direzione.
perché amore è camminare mano nella mano
oltre il tempo, oltre lo spazio.

Sei più trascinante di un fiume.
Il tuo amore è più puro della pioggia
che ora mi sta cadendo addosso 
fatta di parole, risate, liti e confronti.
Mi piace perché non cerchi sempre i perché 
Viviamo il nostro amore per quello che è:
semplice e inevitabile come il sole e le nuvole.

Tessiamo il futuro insieme
come facessimo un maglione di lana
con un ferro per uno, per fargli prendere forma.
Prendi l'amore che posso darti, io ho il tuo
Senza forzature, con mille sfumature
Vivendo tutto questo come neve
che cade e ci copre come un lenzuolo caldo
che vorremmo non ci scoprisse mai.

Tu ed io, come quella zattera semplice
fatta di legno, foglie come di pazienza e amore
costruita insieme in riva al ruscello
che è andata oltre la cascata, oltre la corrente
e ha continuato a navigare lontano.

Un giorno




Un giorno
Ti racconterò dove sono stata
Ciò che ho visto
e da dove provengo.

Un giorno
Ti parlerò di me
Di ciò che sono
e che sono stata.

Un giorno
Ti racconterò chi ho incontrato
Di come ci siamo conosciuti
e cosa siamo stati.

Un giorno
Ti rivelerò ciò che ho detto
Come mi sono comportata
e le conseguenze che mi hanno portato.

Un giorno
Ti racconterò una storia
Di come sono stata ingannata
e di come mi hanno pugnalato.

Un giorno
Ti mostrerò le mie stranezze
I miei vizi e i miei desideri
e di come li ho alimentati.

Un giorno
Quando ne parleremo insieme
Ti parlerò di tutto questo
e capirò chi sono.

I tamburi


Cammino per strada
Sento i tamburi
È il mio cuore che batte
O c'è una festa nei dintorni?
Suonano con un certo ritmo
Nella mia anima
Dentro di me è bum bum bum
E tutto il resto rimane fuori, svanisce

E comincia la danza 
per le vie della città 
E ogni passo è un movimento 
ogni passo è un cambiamento
La gente guarda, osserva
Gente diversa
In tutti i modi in cui si può essere diversi
E i tamburi continuano bum bum bum

La gente ascolta, si fa trascinare 
È pian piano, uno ad uno
Si cominciano a muovere tutti
La musica si diffonde per vie aeree
Contagia tutti e tutti si muovono
sullo stesso ritmo,
diversi nei movimenti 
ma uguali nel percepire
uguali nel bum bum bum

Nessuno rimane a guardare in disparte
la strada è di tutti
e tutti fanno parte della stessa strada
Tutti subiscono quel bum bum bum
Tutti ballano al bum bum bum

Un cuore spezzato è un cuore spezzato
qualsiasi sia la sua religione
un sorriso rimane un sorriso
qualunque sia il posto da dove proviene
L'amore è amore
qualsiasi sia l'orientamento sessuale
La musica è musica per tutti
al suono di un bum bum bum

Questo bisogna prenderlo semplice come viene!
Questo non è forse il miglior posto per poter ballare?
La strada è di tutti perché tutti ci danziamo
E non importa da dove proviene il tuo culetto
si muove come il mio al suono del bum bum bum

È una canzone del bum bum bum
Per essere uguali e diversi
Per essere diversamente uguali
Diversamente uguali in un bum bum bum

Il tuo peccato


Non lasciare che le tua braccia
Si sciolgano da me
Non sentire vergogna
Ognuno ha bisogno di qualcosa
Solo che ogni volta si chiama 
con un nome diverso.

Il silenzio genera incomprensione
L'incomprensione genera caos
non lasciare che la parola 
diventi peccato
rilassati ed esprimiti
Nessuno di noi ha bisogno 
di troppi silenzi.

Non lasciare che i tuoi occhi
diventino ciechi per paura
Tutti quanti hanno visto cose 
che non avrebbero voluto vedere
Ma non ti precludere 
ciò che di buono potresti vedere.

Il non volere vedere 
è come non voler conoscere
non conoscere ti fa sentire al sicuro
Non lasciarti tradire dai tuoi occhi
Apri gli occhi e osserva
poi decidi tu se guardare oltre 
o soffermarti con lo sguardo
Ancora un altro po'.

Non lasciare che le tue orecchie
diventino sorde perché alcuni suoni 
non ti piacciono 
Tutti hanno udito cose 
che non avrebbero voluto ascoltare
ma molti hanno ascoltato 
suoni incantevoli.

Il non volere ascoltare 
è come non voler comprendere
non comprendere ti fa rimanere solo
Non lasciarti rinchiudere da te stesso
Senti che bella musica e ascoltala
Poi decidi tu se cambiare canale 
o ascoltare musica
Ancora un altro po'.

Tutti quanti hanno bisogno di qualcosa
ogni cosa ha qualcosa di buono
Se solo imparassi a conoscerla
Poi decidi tu se la condividi oppure no
Ma datti un motivo che non sia
un "perché" solo perché diverso da te.

venerdì 1 novembre 2013

Pongo


Si nasce ciò che si é
Si può migliorare, peggiorare,
modellarsi un pochino alle esigenze del mondo
ma dentro, l'anima rimane della stessa materia.

Come il pongo nelle mani di un bambino
Se ci feriscono saremo un cane
Se ci liberiamo saremo un aquilone
Se piovono lacrime, ombrello 
Se nevica saremo un pupazzo
cambiamo forma e dimensione
Siamo pongo a secondo della situazione

Si diventa ciò che si subisce
Ci si può chiudere, ci si può difendere
le trasformazioni sono conseguenze di causa
Ma dentro noi stessi rimaniamo della stessa forma.

Come il pongo nelle mani di noi stessi
Se ci baciano saremo labbra
Se ci attaccano saremo scudo
Se ci trafiggono saremo una croce 
Se ci accarezzano saremo visi
Cambiamo forma e dimensione
Siamo pongo.





giovedì 31 ottobre 2013

Vai tranquillo


Benvenuto a "vitalandia" delle stranezze
sulla giostra del "su e giù"
la vita a volte ti porta ovunque tesoro
eccetto nel posto che vuoi tu

E se un turbinio di cattivi pensieri
spazzerà via la quiete del momento 
distruttivo piu di un uragano
rendilo dolce come un soffio di vento

e quando non sarai tu a voler fare un altro giro
rimani calmo e deciso
è solo un'altra prova
affrontala con un sorriso

In ogni giorno della tua vita
senza giudicarti nè chiederti perché
in qualsiasi posto io mi trovi
sarò sempre accanto a te.

La strada che vorrai percorrere
non la vedrai solo aprendo una finestra
cercala nel tuo cuore 
seguila con la testa

Per tutto quello che la vita di riservarà
non soffocarti sempre di perché 
non ci sono sempre risposte
cambia ciò che devi il resto va da sè

I pensieri rimarranno solo pensieri
le azioni diventeranno conseguenze
a volte brutte a volte belle
ma non subirle restando indifferente

Vai tranquillo e fai la tua vita
Io ci sarò sempre anche quando non mi vedrai
come la prima volta che ti ho preso in braccio
ti stringeró forte e tu mi sentirai.

Ti amo tesoro.

venerdì 25 ottobre 2013

Caramelle



Lei era piena di peccati e caramelle
Lui era quello che lo avrebbe capito dopo
Quando, una volta lasciatisi, avrebbe colto il senso della storia.
Ma intanto mangiavano caramelle.

Lei cercava un amore per dare un senso a se stessa
Lui si accontentava di amare un cartello a senso unico
Ma già sapeva che quella era la strada sbagliata
Ma intanto la caramella era dolce.

Lui si aspettava qualcosa che sapeva non sarebbe mai arrivato
Lei arrivava ogni giorno in un posto diverso
Non si sarebbero incontrati veramente nemmeno per sbaglio
Ma intanto le caramella era ancora dolce.

Amore, lei diceva, io vivo per te
Amore, lui diceva, io sono qui per te
Amore, lei diceva, io vivo di te
Amore, lui diceva, io sono parte di te


Lei credeva di sapere cosa significava amare
Lui era convinto che lei lo avrebbe capito col tempo
Anche se il tempo non era d'accordo con quella teoria
E intanto la caramella perdeva di gusto.

Lei avrebbe pagato per non rimanere sola ma non metteva impegno
Lui non aveva un soldo ma le avrebbe donato il suo cuore gratis
Ma entrambi avrebbero pagato a caro prezzo quel tipo di relazione
E intanto la caramella si faceva sempre più amara.

Lei aveva la presunzione di rimanere sotto la pioggia senza bagnarsi
Lui aveva un ombrello e la presunzione di potersi far bagnare dalla pioggia
Lei, lui e mai una volta "un loro" e l'ombrello era uno soltanto
Ma intanto la caramella cominciava a sgretolarsi in bocca.

Amore, lei diceva, io vivo per te
Amore, lui diceva, io sono qui per te
Amore, lei diceva, io vivo di te
Amore, lui diceva, io sono parte di te











Il teatro delle marionette



Come un pupazzo con la testa di legno e il cuore di pezza
decorato con materiale pregiato, elegante vestito
il tuo volto è porcellana e spettacolare apparenza
per la cultura generale ben costruito.

Tu lì, legato mani, piedi e la testa pronto a recitare
si apre il sipario la gente applaude la tua comparsa
in piedi sul palco, tu pronto a farti manovrare
con fili invisibili da chi dirige la tua farsa.

Se ti tagliassero quei fili che ti tengono eretto
che ti fanno muovere, danzare, e marciare
saresti capace di camminare da solo, senza restare afflitto
dall’abitudine che ti priva del coraggio di provare?

Marionetta del mondo e nel mondo dei luoghi comuni
ti muovi legato da chi è legato come te
marionette e marionettisti nella stessa scena immuni
da diritti, libertà e parole, tu come loro, loro come me.

Cala il sipario la commedia è finita anche stasera
tu saluti, la gente applaude si alza e se ne va
ignari di aver visto ciò che sono anche loro
marionette come te che vivono di manovrate verità.

Il marionettista ti ripone con cura in uno scaffale
tu sei la sua vita, senza di te lui non potrebbe guadagnare
spegne le luci ed esce dalla porta sul retro per non essere notato
da chi, come lui con te, lo tiene in pungo, lo tiene legato.

Il teatro delle marionette al di fuori di quel palco
è il teatro della vita, il teatro delle comparse
tutti spettatori e recitanti nello stesso costume
tutti affluenti che sfociano nello stesso medesimo fiume.

giovedì 24 ottobre 2013

Perdenti


Non permettere a nessuno di dire di essere migliore di te
E tu fai del tuo meglio
Lascia da parte le competizioni d'immagine.
Perché possiamo essere tutti perdenti 

Non vergognarti degli sbagli che hai fatto
Non nasconderti da loro
Per farne tesoro devi lasciare che ti trovino.
Perché possiamo essere tutti perdenti

Ci sono dei momenti brutti che ti inseguono
Come brutti ritornelli di canzoni che ascolti la mattina
Che ti si mettono in testa e non puoi fare a meno di cantarli.
Perché siamo fatti per accettare 
Anche ciò che non ci piace
È questo va bene, siamo predisposti a risorgere.

Dobbiamo essere perdenti per poter goderci una vittoria
Essere perdenti è indispensabile per trovare stimoli.
Oggi come ieri, ieri come domani.
Non permettere a nessuno di dire 
Di essere migliore di te.





mercoledì 23 ottobre 2013

Il museo delle cere



Quando urli riesco ancor meno ad ascoltare cosa hai da dire
e quando parli piano lo fai perché non vuoi essere capita 
io so che dentro parli una lingua che non conosci neanche tu
ma che vorresti fosse compresa per condividere cosa senti.
Per liberare quello che sei e che hai paura essere.

Quando guardi non riesci a vedere cosa hai davanti
e quando vedi non vuoi osservarlo a fondo come dovresti
Io so che i tuoi occhi vedono solo cose che vogliono vedere
ma non osservano mai la verità perché non sono pronti.
Perché la verità fa male e se la guardi fa male più forte.

Sabato mattina, o domenica pomeriggio,
Quando crederai opportuno e non avrai nulla da perdere
puoi sempre chiamarmi e ti farò vedere ciò che sei
Presto o tardi la vita tornerà a bussare alla tua porta
È ti dirà chi sei.
Come un fiume in piena, la natura 
che si riprende spazi che l'uomo gli ha rubato.

Quando sei nel posto dove non avresti mai voluto essere
ma ci rimani perché quel posto è sicuro e normale
Io so che te ne vorresti andare ma non osi farlo
perché finché rimani lì non avrai nulla da temere.
Perché nessuno avrà nulla da dire sul tuo conto.

Quando parli di cose di cui non hai mai sentito parlare
solo per compiacere la gente e salvare le apparenze
Ti senti che hai la coda di paglia e quindi menti più forte
perché chi mente si protegge sempre e non perde niente.
Perché se menti nessuno capirà mai chi sei veramente.

Venerdi mattina, o lunedì pomeriggio
Quando sarai stanca di mentirti e sentirti finta
puoi sempre chiamarmi e ti farò ascoltare ciò che sei
Presto o tardi la maschera che hai in viso si scioglierà
quando uscirai dal museo delle cere
E con crudele violenza
lo farà mentre ti guarderai allo specchio
magari, una domenica mattina.






lunedì 21 ottobre 2013

Specchi


Sono libera e prigioniera insieme
Libera di fatto, prigioniera di ciò che non so
Sono una stronza e una santa a seconda della situazione 
Prendo ciò che voglio se lo vorrò 

Sono mille pagine di pensieri
Sono mille sorrisi e mille risate
Sono il prodotto del mio ieri
Sono mille lacrime versate

Sono odio e sono amore
Non ti mettere contro di me
Posso farti conoscere il dolore 
O posso amare solo e soltanto te

Sono la puttana delle mie ambizioni
Sono contraddittoria sono coerente
Sono la figlia delle tentazioni
Sono riservata ma dentro impertinente 

Sono un puzzle di specchi 
Sono un gioco di parole
Sono piena di merda e sbagli
Solo allegrezza e capriole

Sono la spalla su cui piangere
Sono il tuo confessore 
Sono l'amica e l'amante presente
Sono espressioni e mancate parole

Sono nemica delle catene
Posso sostenerti nei tuoi riscatti
Posso alleviare le tue pene
Posso ascoltare senza mai giudicarti

Sono così
Va bene così
Io sono così
Mi amo così

Qualcosa di te

 
Il mio cuore mi diceva cose
Che la mia testa non voleva ascoltare
Ma inconsciamente già sapeva
Che il cuore non era in grado di barare

Ho lasciato al tempo darmi risposte
E quando lo ha fatto ero pronta per capirle  
I tuoi occhi non erano solo blu
E quelle parole incomprese ho iniziato a scoprire 
 
C'era qualcosa in te quando ti guardavo
C'era qualcosa che mi chiamava
C'era qualcosa in te mentre ti ascoltavo
C'era qualcosa che mi parlava

Sono stata in piedi davanti alla verità
E in silenzio ne ho subito il senso
Sentendo in un desiderio di un abbraccio
Un gesto piccolo diventare immenso

E allora ho lasciato andare il mio cuore 
Lo ho maturato col senno del poi
Prima che le tue labbra toccassero le mie
Il tempo lo aveva già fatto per noi






giovedì 17 ottobre 2013

Cosa stai cercando


Non c'è alcun modo per descrivere
Conoscere come funziona l'amore
Non ci sono riuscita mai
E non ci riuscirò nemmeno domani.

C'e chi ama per amare
O per chi l'amore è più una necessità 
Non credo che in molti siano certi
Di sapere quale sia la propria verità

E quindi non chiamarmi amore
Se non sei certo di cosa stai cercando
E allora non ti chiamerò stasera,
Magari domani. Magari rimando.

Amare qualcuno è una responsabilità
Non si può non tenerne conto
Non sono tutte rose e fiori
Come disse qualcuno un giorno

Anche essere amato è complicato 
La coscienza non la puoi eludere 
Se si ha un po' di amor proprio
Quella persona non la vuoi deludere 

Come una vecchia signora
Che pulisce il pianerottolo con la cera
L'amore può essere ossessione 
O dedizione per una vita intera

mercoledì 16 ottobre 2013

Frainteso


Quando il silenzio rimane frainteso
Rimane frainteso tutto.
Provi a dare forma ad un'idea
Provi a darti una spiegazione.

Ma già lo sai che non potrai.
Già lo sai, ma ci provi.
Già lo sai, ma continui.
Cammini in una strada a senso unico
Che non porterà da nessuna parte
Che non avrà nessuna via di uscita

Quando tutto rimane frainteso
Esiste solo il niente
Un turbinio di pensieri che vanno da soli
Nascono e muoiono cento volte
Ogni volta rinascono in forma diversa
Per trovare un'altra spiegazione

Ormai sei nel vortice
Ormai sei nella tempesta
È come cercare di fermare il vento.

Rimangono i visi
Rimangono i sorrisi
Rimangono i ricordi
Ma sono tutti distorti
Senza forma
Senza anima
Sospesi

Le cose possono andare bene
Possono finire male
Possono rimanere irrealizzate
Possono mutare

Ma se non rimane frainteso nulla
Se sei consapevole
Allora avrai la forza di decidere.
Perché saprai il motivo per tutto
Anche se spesso un motivo non c'è
 
Che nulla rimanga frainteso!

Un milione di battiti


Poggia la tua testa sul mio petto
E dimmi, cosa senti?
Un milione di battiti che parlano di te
un milione di tormenti.

Loro vivono ma vogliono dimenticare
quello che noi eravamo
perché nel ricordo batte il dolore
di un amore che sento e tu chiami passato 

Un milione di battiti d'amore
Un milione di battitti di odio
E un milione di battiti più tardi
un milione nel vuoto

Se ora dovessi guardarti
sarebbe come fissare il sole
quel sole che prima mi scaldava
e che ora mi acceca di dolore

Non tornare, non tornare,
perché i miei occhi sono danneggiati
un milione di battiti in fumo
un milione di battiti bruciati

Un milione di battiti d'amore
Un milione di battiti di rancore
E un milione di battiti più tardi
Un milione di battiti di dolore

Ieri



Ieri quando giocavamo,
ieri quando parlavamo di mamma e papà
Quel cortile sembrava così grande
Nei nostri occhi l'innocenza di chi non sa.

Cantavamo la stessa canzone
Ogni volta quella quasi senza senso
Ci faceva ridere e passare le ore
Infinite, stupende, riempivano il cuore

Oggi quando sei arrivato all'altare
Con tua moglie accanto, io sempre là
Il cortile è diventato piccolo a vederlo ora
Nei tuoi occhi il bambino di tempo fa

vestiti da sera, eleganti e più alti
A un tratto una canzone, quella di un tempo
Ci guardiano un secondo
Torniamo bambini per un solo momento.

 


Guarda cosa non mi hai preso


Sei ancora in giro?
A delirare i tuoi comodi giudizi?
a covare pensieri inespressi
A nasconderti dietro un dito

Sei così sicura delle tue verità?
Delle tue ipocrite opinioni
Convinta di essere onesta
Invece sei solo scorretta

Sei ancora là?
Con la tua amica repressa
Vi fate comodo a vicenda
Nei vostri viaggi esistenziali

Tu non hai mai saputo
cosa significa amare
Perché non ne sei capace

Tu non hai mai voluto
Egoista e senza carattere
Ero solo ciò di cui avevi bisogno
Per te stessa

Sei ancora convinta?
Che sei la bocca della verità?
Oppure ti sei spaventata
Perché ti sei resa conto
Che non sei capace abbastanza

Sei sempre là a scherzare?
Sei capace solo di quello
Dimentichi così facilmente
I tuoi ricordi sono di comodo

Tu riesci a convivere con lei
Solo perché non hai nulla da giocare
Altrimenti sareste già divise 
Altrimenti avreste già lasciato

Tu giochi solo quando non hai nulla
Nulla da temere.
Nessuna incertezza.
Non hai la forza né il coraggio
Di amare.

Riesci a dormire?
Pensando al tuo domani?
a come agisci?
a come lo fai?

Non sei nemmeno capace
Di lasciare senza fare male
Di volere bene
È pensare a come e meno peggio fare.

Ma...
guarda cosa non mi hai preso.
Guarda cosa non mi hai preso.

lunedì 14 ottobre 2013

Il finto acrobata


L'acrobata nel suo mestiere lo sa
Che la presa deve essere forte
L'impegno costante
Mente pronta e cosciente

La concentrazione ce l'ha e se non l'ha che sarà?

L'acrobata sale sul trapezio
Gli applausi del pubblico
Pronto per saltare
E ciò che deve, in fondo è il suo mestiere

La consapevolezza c'è l'ha ma se non l'ha che sarà?

L'acrobata dondola prende spinta
Lascia le mani dal trapezio
Si gira con un balzo
Con slancio arriva all'altro

Sicuro la rete c'è e se non c'è guarda me!!!!!

Sicuro che non salto
Non provo, passo a un altro
Il rischio è troppo alto
E se cado non risalgo poi muoio poi piango e poi piango e poi piango......

e più sicura la rete
lui non vuole rischiare
Ma lui vuole gli applausi ma salvare le apparenze

Ma che numero è se la rete li c'è? Che cos'è, forse un bluff?

L'acrobata riesce nel suo numero
Ma non sarà il più bravo al mondo
così son bravi tutti
La bravura e nei suoi trucchi

Ma se non rischi non fai e se fai, ce la fai?

 

sabato 12 ottobre 2013

Il sotterraneo


Schiacciata dal senso di colpa affondo
il mio inconscio conferisce potere al mio affanno
mentre interminabili e immobili gli anni vanno
alberga in me la colpa che mi scinde in due

Parla una voce muta di cose che tu non provi
parla e mi gela il cuore per la morta speranza,
stupida io perchè ne sapevo abbastanza,
per evitarmi false speranze e dolori novi

Sì, potevo evitare ciò che il cuor m’ha regalato
la mia pazzia, ingenuità le budella mi hanno leso
ed ora che conosco la verità che sapevo
i miei rimorsi i danni non han pagato

E quando soffro il piacere sale
è come scontare la pena dovuta
di una storia che sapevo non poteva esser mai vissuta
responsabile io mi lascio annegare.

domenica 29 settembre 2013

Giù le mani da Lucifero



Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e colpevole come lo siamo tutti.

Giù le mani da Lucifero,
credenti e non.
Non sono satanista, io non credo.
Per me Lucifero non è il diavolo dell'apocalisse.
Per me Lucifero è una figura metaforica.
Simbololo dell'ipocrisia della religione e della società e della cultura.

E' un angelo caduto, come ognuno ha fatto almeno una volta nella vita.
E' un essere punito dal più forte, perché il più forte comanda.
E' un essere punito dal potere, perché il potere altrui obbliga.
Il più forte decide quali sono i tuoi doveri e mal vede i tuoi diritti.

Giù le mani da Lucifero,
perché Lucifero sei tu, io e chi comanda soprattutto.

Punito solo perché voleva essere libero,
di godersi ciò che poteva.
Di osservare ciò che vedeva.
Un essere luminoso costretto nell'oscurità
perché non aveva diritto di essere
di avere le pari opportunità, pari diritti.

Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e colpevole come lo siamo tutti.

L'orgoglio e l'ambizione,
il voler fare qualcosa di più.
Chi non lo ha mai fatto?
Chi non ne ha diritto?
Chi non sbaglia?
Chi non desidera il meglio per se stesso?
Quanti, coperti d'ogni sorta di piete preziose, non hanno trovato la perversione?
Quanti, per l'abbondanza del loro commercio, non si sono riempiti di violenza?
Quanti hanno un cuore insuperbito per la loro bellezza?
Quanti hanno corrotto la saggezza a causa del loro splendore?

Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e carnefice di se stesso come lo siamo tutti.

Chi ha il potere, perché mi deve punire?
Sedere sul trono più alto,
significa innalzarsi a mio padrone.
E chi lo ha deciso chi è il mio padrone?
Il padrone, che sia del cielo o della terra non è poi così diverso da Lucifero.
Ma ti obbliga a seguire delle regole al di sopra delle tue possibilità.
Ti obbliga a vedere ciò che non puoi toccare.

Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e colpevole come lo siamo tutti.

Lucifero senza diritto di replica.
Nel buio a scontare la pena per un'ipocrisia culturale generale.
Io non devo vedere più la luce,
non mi devo godere a mia vita,
devo rmanere cieca per non imparare.
perché qualcuno ha deciso per me,
perché a qualcuno fa comodo che sia così.

Il potere è politicante e farneticante,
più lo ascolti e più ti viene voglia di andartene.
Ma io me ne voglio andare con le mie gambe.
Perché lo decido io dove andare e quando.
Non mi si può rubare la libertà di opinione,
espressione e parola.

Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e colpevole come lo siamo tutti.

Gli angeli, sono tutte anime senza macchia.
Sono i tirapiedi, sono i lecchini e sono i corrotti,
perche sono loro a rinunciare alla libertà per rimanere nell'"Eden".
Lucifero è un angelo caduto perché ha osato.
Sfrattato. Perché così meritava.
Allora, se vuoi qualcosa te lo devi prendere con arroganza?
A questo ti spinge la morale.
Meglio essere liberi all'inferno
che puri e santi in paradiso ma senza un diritto.
Meglio essere liberi per strada che ricchi schiavi del potere.

Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e colpevole come lo siamo tutti.

La richezza della Chiesa ne è la prova.
Angeli si riempiono la bocca di belle parole caritatevoli e frasi di uguaglianza,
mentre per strada la gente combatte per i diritti negati e i soldi rubati.
Il potere non è poi così diverso da Lucifero e la Chiesa lo sa ma lo appoggia per denaro.
Noi non siamo poi così diversi da lui.
Solo io devo avere le chiavi della mia libertà,
il potere non ha diritto di cacciarmi dalla mia stanza.

Giù le mani da Lucifero
perché lui è vittima e colpevole come lo siamo tutti.

Quidi la domenica a messa che non si parli più della caduta di Lucifero,
perché c'è molta gente potente che in terra sta facendo peggio,
e a voi, politici, papi e cardinali, non ve ne strafotte niente.
Corrotti e ladri di soldi e di diritti.