Il dolore.
È un po' come essere in balia
del mare in tempesta
ti travolge, ti trascina giù
e tu cerchi di risalire.
Cerchi di salvarti dalle onde,
di arrivare sulla spiaggia.
E pensi che non era proprio
la vacanza che avevi previsto...
Ti senti stremato dal mare.
Ti senti scosso dal mare.
Impotente.
Ti senti disperato.
E pian piano inizi a rimproverarti qualcosa.
A darti colpe che non hai,
A darti colpe che non hai,
perché la barca comunque era la tua.
La comandavi tu.
E per quanto gli altri ti abbiamo potuto
sabotare il cuore, tu non hai fatto nulla per evitare l'iceberg.
Perché questo fa il mare in tempesta.
Questo fa il dolore.
Questo fa il dolore.
Ti fa pensare che non sei stato capace,
capace abbastanza.
Ma poi si calma, il mare.
Poi, senza nemmeno sperarlo piu...
da sotto al mare vedi la luce,
Riemergi piano, prendi fiato,
senti i gabbiani.
Vedi una spiaggia.
Non era proprio la vacanza
che desideravi...è vero... ma...
Ma su quella spiaggia
c'è qualcosa che ti aspetta.
Sempre si riemerge.
Il dolore ha i suoi tempi,
Come il mare.
Le onde cullano dolcemente e a questo cullare ci si può abituare perché a modo suo crea un nido accogliente e rassicurante a cui si rischia di non volersi più sottrarre.
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